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| SITUAZIONE DI ELAANOR NEOREL
Arrivata nella piana del Gorgoroth, appena prima delle pendici del monte Fato, Elaanor si sentì strana. Una grossa ondata di potere l'assalì. Presa dal panico, l'unica cosa che riuscì a pensare fu di restare ferma, le sue ali d'oro tremavano ed un calore incontrollabile le saliva dai piedi. La terra stava letteralmente ribollendo. "Oddio, stavolta erutta!" disse tra se, e cercò riparo, in quel posto desolato, senza trovarlo. Guardò casa sua, guardò il Fato. Brillava con una luce di una potenza incredibile. Brillava come mai aveva brillato prima. Il rumore, goffo, insensato, grave che usciva da quel posto era incontrollabile, tutto il suo corpo sfavillava di un potere non suo, non era come quando aveva trovato il libro al castello delle bambole. Non era come quando sputava fuoco o volava per difendersi. La diversità stava nel fatto che quel potere non proveniva da lei, ed era spaventoso. Non era la carezza frizzante che le dava usare i suoi incantesimi. La sensazione era paragonabile ad un grosso pugno nella pancia, ad un qualcosa che aveva già sentito. Già vissuto ma che era lontano. Almeno 15 anni prima.. Aveva solamente 10 anni, allora.
Corse, guardando la sua casa in lontananza corse... dappertutto vedeva persone, si, proprio li, nell'altopiano del Gorgoroth, totalmente deserto da almeno 15 anni... proprio li, orde di haradrim, o uomini che parevano tali, addirittura alcuni parevano orchi, e numenoreani neri, armati fino ai denti pattugliavano il Monte.
Si accorse solamente più tardi che sua casa aveva cambiato posto. Era più a sud di oggi, molto più lontana dalla cima di lava che lei tanto amava. Si voltò verso il monte, per essere certa di ciò che vedeva, ed un occhio, senza volto, un solo ed unico occhio di fuoco imperversava in quel luogo di fiamme. Riconobbe la sua casa, la sua casa di bambina e vi corse. La porta aperta lasciava intravedere una piccola figura sorridente, tranquilla con la testa su un libro. Sulle sue spalle una mano anziana... Elaa ricordava quel momento. Salendo sul braccio vide i bracciali che fino a questa mattina, lei stessa portava ai polsi... vide una grande spalla, il tessuto di seta nera e dorata che ricopriva l'uomo. I capelli lunghi e bianchi... non poteva sbagliarsi "nonno!"... dagli occhi di Elaanor due grosse gocce d'acqua gemmata d'oro scesero. Stava guardando Lucan Neorel, suo nonno. Non ci poteva credere. Era tornato e chi era quella bambina? Eppure tutto era così presente nei suoi ricordi.. Anche con lei Lucan stava in quella posizione quando l'aiutava a studiare... Entrò nella stanza, tutto era come una volta, persino le tazze della colazione, i quadri, le piante magiche. Tutto. Lucan parlava dolcemente alla bambina, le raccontava che un giorno le avrebbe insegnato a coltivare quelle piante... " un giorno lontano, mia piccola Gemma Dorata"... Quel nome. Gemma Dorata. Era il nome che il nonno le aveva dato.
Ma qualcosa non le tornava " com'è possibile... il suo volto.. è... preoccupato", e d'improvviso un suono stridulo, talmente vivido nella sua mente che le fecero letteralmente tremare la terra sotto ai piedi. I Nazgul. I Nove. Sulle loro cavalcature, sfilavano urlando, sopra la testa della bambina, che era atterrita e cercava il nonno. Ed Elaa ricordò per un istante ciò che era avvenuto 15 o 16 anni orsono, quando dalla sua casa potè guardare la disfatta di Sauron.
Poi il tutto svanì, tutto tornò alla normalità, il Fato tornò a dormire tranquillo, ed Elaa si trovò in mezzo alle rovine di ciò che era la sua vecchia ed amata casa. Cercò il nonno. Era evidentemente frutto di tutta la stanchezza accumulata in quei giorni. Il voto fatto per vendetta, le notti insonni a cercare notizie di Raknar e dei suoi maledetti piani. Si sentì di nuovo normale, ma terribilmente esausta. Percorse le miglia che la separavano dalla sua casa vicina alle viti del nonno, quella che venne ricostruita subito dopo la guerra dell'anello, si guardò in giro e tutto era normale. I grappoli rossi dell'Uva del Fato crescevano tranquilli e silenziosi, ed il Monte brontolava la sua consueta litania notturna che la cullava spesso quando studiava la notte. "Credo sia il caso che io dorma un po', Isobel ha ragione, devo dormire" e dopo un bagno rilassante ed una piccola preghiera a Melkor, riuscì a riprendere un sonno che non aveva da tempo.
Il mattino seguente, Elaa si alzò con un sorriso profondo in mezzo al volto.. Aveva fatto un sogno meraviglioso, aveva sognato un momento spaventoso, è vero, ma aveva comunque rivisto suo nonno... " Grazie Lucan che sei tornato a trovare la tua Gemma Dorata, era tanto che non ti vedevo, Nonno Mio!!!". Scese per fare colazione, ed optò per un'ottima tisana di malva con un pizzico di cannella. Il pane al burro di cammello comprato in Harad era un ottimo accompagnatore per i datteri del giardino di Charantir. "Dovrò dirglielo che ogni volta mi fermo a rubarglieli, dopotutto me l'ha detto lui... " sorrideva, mentre guardava i suoi tre gatti: Adunaphel, Ren e Ji Indur, fare a gara a chi si fosse mangiato una lucertola per primo .. Preparò la sacchetta con le bottiglie di vino da regalare ad Yhrian e Nuada, le avrebbe portate a Shar-Kuk per comodità, e quindi prese i bagagli e si apprestò a sellare Vidal per poi teletrasportarsi con lui verso Shar-kuk.
Finito con i preparativi, cominciò a cantlenare l'incantesimo.... Sulle prime niente. "Ma che cavolo mi succede? Che stranezza! Aspetta che riprovo!" di nuovo .... niente. "eccheccavolo! Ma cos'è mi sono rimbambita dormendo???!!!!" Scelse l'opzione di capire cosa stesse succedendo e si avviò lungo la porta della stanza: nel bel mezzo del giardino, una incudine se la faceva da sovrana... "ecchiccavolo l'ha lasciata li, nemmeno sapevo di avercela... dovrò far frustare il maniscalco!" così dicendo, fece un gesto con la mano, per spostare l'oggetto con la magia, quando una palla di fuoco le partì dalle mani ... " O_________O" era senza parole. Basita e guardinga, si puntò il palmo della mano fumante vicino agli occhi, poi, guardando il cratere creatosi sulla fontana del giardino, pensò che non fosse proprio il caso e abbassò la mano con cautela.
Aveva sbagliato tre incantesimi nel giro di due minuti. Tre, benappunto, ma aveva visto gli effetti di solo due incanti... "ma che diamine.....??" sconvolta sentì una voce urlare "met-ti-mi su-bi-to gi-ù-ù-ù-ù-ù!..... me... Si-Gno-ra- co-sa le- ho fat-t-oo-o-o-oo-o-o-!!!???" La Strega vide passare il maggiordomo con una gigantesca mano addosso che lo sbatteva su e giù in continuazione.
"Devo capire qualcosa di più.... ed ho deciso che tornerò a Morgul a cavallo... Vidaaaaaaaaaaal!!!" Il buon ronzino, si avvicinò, Elaa mise via il bastone, onde evitare che qualcosa andasse storto di nuovo, e cavalcò fino a Morgul, dove sicuramente Annan le avrebbe spiegato cosa le stava capitando.
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