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Estratto Dal Diario di Elaanor, Someone's back Elaanor Neorel

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view post Posted on 25/8/2015, 20:11

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In Locanda, lontana da casa ed incappucciata, la Numenoreana Nera sedeva ciondolando la testa su di una tazza di Tisana, scriveva in bella grafia, un libro nero, dai contorni d'oro.

"forse dovrei cominciare a scrivere di me, del mio viaggio e del mio cammino... almeno, se morirò in questo i miei amici mi ricorderanno.. Ma che dico, Carantir e Morannan mi ricorderanno senz'altro.
Mi spiace essere partita senza di loro, ma come potevo portarli al pericolo? Indagare su Raknar è stato faticoso e pericoloso. Molte volte mi sono trovata faccia a faccia con la morte.
Troppe.
Non avrei mai potuto metterli in pericolo, moriremmo gli uni per gli altri, specialmente per la sorella che ho ritrovato, la mia Morannan... Quindi questo diario, lo indirizzerò proprio a lei, cosicchè un giorno possa parlare di me ai suoi bambini:

Cara Morannan,
sei per me più di
.... no, così non va...

Morannan, io devo... naaaa, caspita, sembro già morta!


"Sorella mia,
non di Sangue, ma di Cuore, partii senza di te solamente per proteggerti.
Non portar rancore, nel tuo dolce cuore, e cantami un giorno in cui io sarò scomparsa.
Ti amo profondamente,
Tua Sorella Elaanor"

Così ebbe inizio il suo racconto, e scrisse ogni giorno per tutto il suo lungo viaggio


Giorno 1

Mi chiamo Elaanor. Sono la nipote di Lucan Neorel. Colui che studiò con il capo degli Stregoni di Angmar. Mio nonno era un brav’uomo, ed un meraviglioso nonno. Cominciò tutto a Carn, quando il colore dei miei occhi cambiò. Da blu, come il mare, divennero dorati. Egli capì subito. Sangue di Drago. Mio nonno sapeva bene che nella nostra famiglia c’era questa possibilità, e credeva fin dal principio che la prescelta sarei stata io. Fin da bambina le cose attorno a me “volavano” quasi per volontà indipendente, ma lui era un arcanista, e aveva capito che il potere scorreva nelle mie vene. Mio padre, Lodian, non ne era felice. Mi legava alle sedie, facendomi pronunciare il nome di Melkor e le sue preghiere per ore, tutti i giorni. Lui mi voleva Sacerdotessa. La mia natura era diversa, così, quando i nemici presero Carn Dum, mio nonno mi portò con se, e disse a mio padre che mi avrebbe cresciuta. Ebbero un grosso litigio quel giorno. Ricordo solamente mio padre, in ginocchio, e mio nonno che gli parlava in una lingua strana, il cui suono era famigliare, e suscitava un misto tra terrore e fascino. Solo dopo scoprii che quella che mio nonno aveva pronunciato era la Nera Lingua. Passammo anni, là, in quella bellissima torre che ora è casa mia, nel posto più suggestivo e magico di questa terra.. le pendici del Monte Fato. I suoi colori, le sue rosse nubi, ci hanno nascosto fino a che quel bastardo ci trovò. Raknar. Poco si sa di lui, ancora oggi. Quello che so è che poco dopo la notizia, mio nonno morì, lasciandomi una lettera indirizzata a Demitri Voraldberg, Sommo Stregone dell'ordine del drago, e alla Regina Leo Mey, di Morgul. La lettera diceva questo:
“Caro Amico, e mia bellissima Regina,
Vi affido mia nipote Elaanor, vi prego proteggetela.
Colui che da anni cerchiamo di fermare ci ha trovati, e se leggete questo scritto, io sono già morto, e mia nipote, come da istruzioni ha già bruciato il mio corpo. Non temete, è sveglia. Le ho detto di recarsi a Brea o a Tharbad, poiché sono luoghi più facili da raggiungere, e li di chiedere istruzioni, e tutto per depistare gli eventuali nemici che la potrebbero seguire.
L’ho indirizzata a Voi, miei più fidati Amici, perché in lei scorre il sangue di Drago. Drago d’Oro, se non mi sbaglio, come quello del Primo. Insegnatele ciò che io non ho potuto.
Grazie, grazie ancora.
Abbiate cura di voi.
Lodian Neorel
discepolo del Capo degli Stregoni di Angmar.”

.....

Giorno 256

"Ancora poche notizie, alcune sicuramente false... piste totalmente sconnesse.. dedali di informazioni dalle quali non so districarmi. Se solo ci fosse Carantir, o Morannan qui con me.. tutto passerebbe.
Sento la loro mancanza.. spero non abbiano fatto sciocchezze e non mi stiano cercando..


.....

Giorno 487

"Corre voce di un grosso attacco nelle terre adiacenti a Brea. Ci incontravamo spesso in quel posto.. quella locanda, Il Puledro Impennato.. Chissà come starà Cactaceo, era forse l'unico abitante di Brea per cui avevo simpatia...

.....

Giorno 1000

"Mille non più mille, devo averlo sentito da qualche parte, le ricerche continuano, ho attraversato Rohan oggi. E grazie al cielo non sono stata avvistata. Corre voce che la tregua non si stia protraendo e se mi trovassero qui, sarei morta...

.....

Giorno 1876

"Ho subito un attacco oggi, vicino a Cardolan. Credo di esser viva per miracolo. Non ho nemmeno visto cosa fossero ne da dove provenissero. Ho avuto paura, e mi sono affidata alle mie ali. Ho preteso troppo da loro, spero di riuscire a riprenderne l'uso...
ho avuto paura di non rivedere più i miei amici... eppure sto facendo tutto questo per loro... prima o poi arriverò a casa e racconterò loro cos'ho scoperto....

...


Giorno2188

" Sono alle porte di Brea, questo schifo di posto mi fa ben sperare, sembra tranquillo e sembra che le storie sull'interruzione della tregua siano tutte fandonie.
Domani partirò per Morgul, chissà quanto mi sgrideranno Morannan e Leo ...
Dopo duemila notti, vado a letto serena...


Giorno 2190

" La Mia Regina, Leo Mey, mi ha detto quanto è successo in mia assenza.
Morannan, Do'ul. Morti.
Così, come Raknar mi ha portato via la famiglia di Sangue, Dy'Nesh mi ha portato via la persona che amavo di più al mondo.
Ed io ho un messaggio per lui.

Sono tornata, lurido schifoso. Preparati, perchè questa volta non lascerò che vi portiate via qualcun altro. E se dovrò morire, verrete con me."


Il suo piccolo cuore di discendente di Drago era in mille pezzi. Straziato dal dolore e dai sensi di colpa.
Con gli occhi gonfi e le lacrime che le solcavano la pelle nera intarsiata d'oro, Elaanor spense la luce.
I sogni tormentati venivano interrotti dai singhiozzi.
Non smise mai di piangere quella notte, ma come per una strana magia, ad ogni sussulto due voci le risuonavano nella testa, permettendole di riposare... almeno un poco.
 
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